“Enzo, intercedi per me”

Un’urna a Cittanova

Quella dell’urna per le richieste di intercessione a Enzo, posata oggi presso la sua tomba, è stata di fatto un’opera corale, proprio come piaceva a Enzo.

Si inizia dal bozzetto di Marco Montaletti, un giovanissimo fabbro figlio di Graziella, grande amica di mia moglie: mi ero rivolto a lui perché avevo visto i “ricami” che aveva fatto col ferro per la tomba di sua figlia, morta poco dopo la nascita.

Sottopongo il bozzetto di Marco a Luca Jop, uno degli architetti che ha disegnato la tomba di Enzo. Lui fa un sopralluogo alla tomba, elabora il bozzetto, decide il materiale con cui realizzare l’urna (acciaio corten) e cerca qualcuno che faccia una prova di incisione della “preghiera per la canonizzazione” su quel materiale. Ma siamo appena usciti dalla pandemia, quindi tutti gli artigiani hanno un arretrato di lavoro e nessuno ha tempo per quel “lavoretto”.

Finché la Provvidenza non ci fa conoscere Umberto Nicolini di Cremona, una storia che merita di essere raccontata a parte. Umberto, che di mestiere si occupa di proprio di lavori tipografici, cartelloni pubblicitari e incisioni, ha le conoscenze che ci servono: riesce a far realizzare la “prova”, e la invia all’architetto che, soddisfatto, procede con i disegni esecutivi.

Sempre l’architetto chiede di lavorare sulla siepe, e qui entrano in azione Emanuele Gasparini, che pianta qualche altro ligustro e ripristina i “tassi”, gli alberelli dietro la tomba che coprono il muro di cemento, e Paolo Paltrinieri, che tutte le settimane passa ad innaffiare, “pettinare” e mantenere in forma la siepe.

È poi sempre Umberto che consegna i disegni esecutivi ad un suo fornitore di fiducia per realizzare il manufatto, e lo porta a Modena un mattino in cui deve venire a far riparare un enorme plotter che usa nella sua azienda.

Ora c’è da occuparsi della messa in opera. A questo pensano Giulio Panini e Alberto Garuti.

Prima occorre avere i permessi. Se ne incarica Giovanni Nicolini, che ha un cugino in Comune che dovrebbe sapere chi e come può concedere il permesso. La polizia mortuaria esegue un sopralluogo e concede il nulla osta, aggiungendo i complimenti per lo stato in cui è tenuta la tomba.

Non è finita: siccome l’urna deve essere rimovibile, il palo che la sostiene non può essere cementato nella terra, ma deve essere infilato in una “camicia”, quella si cementata. A realizzarla provvede Thomas Bergamini, giovane imprenditore che da pochi anni si è messo in proprio ed ha una vivacissima azienda di lavorazioni meccaniche.

Sabato 10 aprile il primo tentativo di messa in opera. Occorre perforare la terra fino ad una profondità di quasi un metro. Alberto e Giulio provano a realizzare il foro con un “sondino”, ma il diametro non è sufficiente, e il tubo che sostiene l’urna non entra. Occorre una trivella. Emanuele Gasparini la chiede al suo titolare, che ce la presta.

Ed eccoci così arrivati ad oggi, sabato 24 aprile. Il resto della storia è nelle immagini.

Massimo Vincenzi per Fondazione Enzo Piccinini