Lucia è con Gesù

È scomparsa improvvisamente e prematuramente la moglie di Massimo Vincenzi. Una persona tutta dedita al prossimo. Il ricordo degli amici

“Entrava in punta di piedi, ma si conquistava tutti i cuori”. “Era davvero disponibile ad accogliere, per quanto la missione apparisse difficile”. “La nostra amicizia continua ancora oggi in un legame vocazionale profondo”. “Aveva una grande attenzione ai dettagli; con gli studenti notava particolari che poi approfondiva e su cui rischiava”. “Non imponeva mai la propria persona, era sempre indietro per aspettare i tempi dell’altro”.

Lucia Milena Rossi, amata moglie di Massimo Vincenzi (presidente della Fondazione Piccinini), mamma di Anna, Maria e Barbara, nonna di Costanza e Alessandro, improvvisamente e prematuramente scomparsa a Modena il 27 gennaio 2021, si delinea come luminosa figura nelle parole dei suoi tanti amici.

Lucia e Massimo nel giorno del loro 30° anniversario di Matrimonio

L’ha ricordato Massimo il giorno delle esequie: “Pensavo che pochi conoscessero veramente Lucia, umile com’era e senza mai il problema di apparire. In questi pochi giorni ci siamo resi conto che non è così: un numero incredibile di persone si è manifestato ed ha voluto dirci di essere stato toccato in qualche modo da lei”. L’hanno dimostrato i tantissimi studenti che avevano incontrato Lucia come insegnante o come responsabile di GS, e che si sono messi in fila per il saluto alla camera ardente.

L’ha ricordato l’arcivescovo di Modena e Nonantola, mons. Erio Castellucci, nell’omelia del funerale, paragonando Lucia alle donne della Bibbia: “Chi si dedica all’arte difficile ma preziosissima dell’educazione, come ha fatto Lucia, è proprio come quelle donne che attingono l’acqua fresca dal pozzo e poi la dispensano non solo ai loro familiari, ma a tanti altri assetati. Lucia si è presentata al Signore con la ricchezza di una vita spesa a ricevere e donare amore: ne ha ricevuto tanto dai suoi familiari, da Massimo, dalle figlie, dai nipoti, dagli amici; e ne ha donato tanto a tutti”.

L’ha “fotografata” con parole affettuose il vescovo emerito di Carpi mons. Francesco Cavina: “Con la sua umiltà e semplicità ha testimoniato che non è per la grandezza delle nostre azioni che siamo graditi a Dio, ma per l’amore con il quale operiamo”.

Gli amici citano episodi della vita di questa donna davvero speciale nella sua bontà, generosità, fede certa.

Nadia la ricorda appena arrivata dalla Romagna a Carpi, dove aveva ottenuto una supplenza. Cercava casa, Lucia, ma alla fine andò ad abitare con Nadia ed i suoi genitori, diventando in pratica la terza figlia di casa Bertelli.

Chiara, trapiantata a propria volta dalla Romagna, ricorda le piadine gustate assieme, ma anche quella volta che Lucia non si tirò indietro rispetto all’accoglienza di una ragazza che aveva visto la propria madre morire lapidata.

Valentina cita gli appuntamenti al distributore di carburante di Bastiglia, per andare poi insieme agli incontri a Modena. Perché – afferma Anna Maria – Lucia era sempre determinata dal carisma del Movimento.

“Che bello poter servire questa nostra compagnia e pensare anche all’ultimo ragazzo, quello che non viene mai”. Questa frase di Lucia viene riproposta da Francesca, che con lei condivideva la segreteria di GS.

“Abbiamo camminato insieme – ricorda Alessandro – avendo sempre in mente i ragazzi che il Mistero ci aveva affidato per accompagnarli”.

“Ho con Lucia un debito che non può essere saldato” sottolinea Cristina. “Mi ha insegnato il suo particolarissimo metodo educativo: Aspettava tutti, senza correggere mai nessuno: lei aspettava che le persone arrivassero da sole a capire e a cambiare ciò che c’era di sbagliato”.

Fondazione Enzo Piccinini