Un nuovo progetto di ricerca sostenuto dalla Fondazione Piccinini grazie al 5×1000

Come migliorare la qualità delle cure della chirurgia nel paziente anziano oncologico?

Grazie al globale miglioramento delle cure e delle condizioni di vita, la popolazione mondiale sta invecchiando. Nei paesi sviluppati oltre la metà di tutti i casi di neoplasia già si verifica in pazienti con 70 anni o più e per questa ragione l’oncologia geriatrica sta rapidamente assumendo un ruolo sempre più rilevante. La chirurgia rappresenta ancora oggi la principale modalità di trattamento nei pazienti anziani affetti da tumore solido.

Nonostante numerose ricerche abbiano documentato come l’età anagrafica di per sé non controindichi la chirurgia in qualsiasi momento della vita, purtroppo la stragrande maggioranza dei pazienti anziani non viene trattata in maniera adeguata. Anche la recente pandemia Covid-19 ha mostrato in modo ancora più evidente che le persone anziane, soprattutto quelle più fragili, pagano il prezzo maggiore in termini di complicanze e mortalità.

Il Dr. Piccinini aveva iniziato a lavorare sul tema del trattamento del cancro nei pazienti anziani grazie allo stretto rapporto di collaborazione e amicizia nato con il Prof. Lodovico Balducci (oncologo italiano trapiantato negli USA) considerato uno dei padri fondatori dell’oncologia geriatrica, nata negli anni ’80 e progressivamente evolutasi sempre più in senso multidisciplinare. La rete di rapporti iniziata dal Dr. Piccinini si è progressivamente allargata e ha permesso di condurre vari progetti di ricerca clinica in questo settore con un’ampia rete di ricercatori a livello internazionale.

Scopo principale del progetto di ricerca che la Fondazione Piccinini intende sostenere, e che vedrà impegnata l’Unità Operativa di Chirurgia Generale dell’Ospedale di Faenza in collaborazione con l’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori, è quello di migliorare la qualità delle cure chirurgiche nei pazienti oncologici anziani senza discriminazioni basate solo sull’età anagrafica.

La sfida è molto impegnativa e ha come obiettivo finale quello di fornire cure personalizzate in base allo stato di fragilità dei pazienti e alla loro aspettativa di vita, con trattamenti mirati a preservarne la funzionalità e a migliorare o mantenere una buona qualità di vita.