Dove sarebbe Enzo oggi, cosa farebbe se fosse fra noi in questi giorni drammatici?

Fondazione Enzo Piccinini

“L’ho visto in ospedale, come in un flash, “disobbediente”, buttarsi in prima linea, rischiare, senza calcolo di nessun tipo (ma non alla cieca: molto spesso era al telefono a informarsi, a documentarsi, a contestare). Enzo chiedeva sempre a noi familiari, ai figli soprattutto, che pregassimo per lui e lo diceva senza pretese, con dolcezza, un po’ come fa Papa Francesco”, ci ha confidato Fiorisa.

Sì, è certamente così: la memoria va a quarant’anni fa, ai tempi del tremendo terremoto in Irpinia: a Castelgrande ricordano ancora quel giovane medico infaticabile, che per giorni e giorni si spese senza risparmio, con un’energia che sembrava inesauribile, trascinando con sé persone che ancora oggi ricordano di aver scoperto in sé, grazie ad Enzo, risorse, capacità ed energie che neppure immaginavano di avere.

Proponiamo a tutti gli amici il breve testo che segue, nella speranza che possa essere di aiuto a tutti, soprattutto a medici, infermieri ed operatori sanitari, che sono in prima linea; e poi ai malati ed ai loro familiari, e infine a tutti noi, che per il bene comune dobbiamo fare il piccolo sacrificio dell’isolamento.

Preghiamo di poterci riabbracciare tutti presto, e che al termine di questo tempo di prova ci si possa ritrovare tutti più Suoi.

Castelgrande (PZ), Novembre 1980 – Festa popolare sotto la tenda degli Alpini

“E li mandò ad annunciare il Regno di Dio e a guarire gli infermi” (Lc 9,2).

Li mandò a gridare dappertutto che c’è un motivo per vivere, che c’è una ragione per soffrire, per lavorare, per gioire, per guardare il futuro, che c’è una ragione per cui una madre è madre, un padre è padre, li mandò ad annunciare questa positività in tutto il mondo e a guarire gli infermi.

Se la mia vita sempre più accetta di avere come suo scopo supremo testimoniare Lui, gridare a tutti gli uomini la positività ultima della vita, questo è guarire ciò che è ammalato.

Questo cambiamento comincia però da noi stessi: noi siamo i primi infermi che dobbiamo essere guariti, dall’ignoranza, dalla malattia, dal terrore della morte, dalla difficoltà.

Innanzi tutto dobbiamo curare noi stessi e il fondamento di questo cambiamento operato in noi stessi è rinnovare quotidianamente la memoria di Cristo.

(Enzo Piccinini, 1990)