Perché a Verona si ricorda Enzo
“Molti nostri amici, attivi nel mondo sanitario – medici ed infermieri- erano spesso insoddisfatti e pieni di domande irrisolte sulla loro professione. Abbiamo messo questo argomento a tema, per aiutarli a cercare un significato al loro lavoro. Abbiamo letto il libro di Bardazzi “Ho fatto tutto per essere felice” e ci abbiamo trovato tutte le risposte che non eravamo riusciti a dare”.
Parte da qui la doppia iniziativa di Verona che vedrà mercoledì 13 novembre, all’ospedale di Borgo Trento, un convegno medico e l’inaugurazione di una mostra dal titolo “Un’amicizia per vivere”, entrambi dedicati alla figura di Enzo Piccinini.
“Enzo negli Anni ’90 era spesso a Verona, era il “visitor” della Comunità; perciò, i più anziani lo avevano conosciuto” – racconta Lorenzo Vaglio Tanet, del gruppo che ha promosso l’iniziativa. “Quando abbiamo letto i libri dedicati a lui ci siamo detti che bisognava fare conoscere questa figura a tutto l’ospedale. E mentre cercavamo uno spazio idoneo per la mostra, abbiamo avuto la fortuna di trovare grande sensibilità nel direttore dell’ospedale, il dottor Callisto Bravi, che ci ha autorizzato ad usare il Polo Chirurgico Confortini”.
Intanto, da Verona alcuni amici avevano chiesto un appuntamento alla Fondazione “e ci siamo sentiti accolti con grande amicizia”, spiega ancora Lorenzo. “A Bologna abbiamo conosciuto il prof Giampaolo Ugolini e la dott. Annarita Piccinini”, che saranno relatori al convegno insieme al prof. Pierluigi Strippoli e al moderatore Marco Bardazzi. “Ma volevamo che il convegno fosse una cosa che coinvolge Verona, perciò abbiamo contattato il prof. Riccardo Bonadonna, primario di diabetologa ed endocrinologia a Borgo Trento. Lui non aveva conosciuto Enzo, ma ha letto i libri e ne ha sposato pienamente i valori”.
Partita bene, l’organizzazione è proseguita generando curiosità ed entusiasmo tra medici e non. Ma c’è di più. “Un fatto ci ha confermati che stavamo facendo la cosa giusta. – conclude Lorenzo – Tra i nostri amici c’è un ragazzo di 30 anni con una brutta leucemia. Abbiamo visto con lui il video in cui Enzo racconta come lui affrontò, da medico, un’analoga leucemia in un ragazzo di 23 anni; su come si sta davanti alla malattia; e come si affronta anche la morte. Il nostro amico è rimasto colpitissimo, abbiamo pregato con lui e abbiamo definitivamente capito che un approccio medico e umano di questo genere è un bene per tutti”. È, appunto, “un’amicizia per vivere“.