Enzo fa scuola… all’Università di Ferrara

Umanizzazione della medicina: una cura nella cura

Lo scorso maggio all’università di Ferrara, si è tenuto il corso elettivo per gli studenti di medicina dal titolo “umanizzazione della medicina – una cura nella cura”, nato un anno fa dalla collaborazione di alcuni medici con il professor Luigi Grassi, ordinario di Psichiatria all’università locale.

Il corso ha lo scopo di mostrare e approfondire una modalità originale di svolgere la professione medica, avendo come esempio la figura di Enzo Piccinini e tutto ciò che lui e la sua storia hanno generato e che continua ad essere tangibile oggi.

“Ho fatto tutto per essere felice” di Marco Bardazzi è, infatti, il testo di riferimento, da cui prendono spunto le lezioni e su cui gli studenti (circa 200 iscritti al corso) si preparano in vista dell’esame finale.

“Quali rischi ci si può assumere per il bene del paziente e non solo limitarsi ad applicare procedure e linee guida? È possibile guardare i propri errori? Cosa aiuta a trattare con dignità il malato? È possibile andare a fondo del proprio particolare senza perdere di vista tutto il resto? Come si lavora in equipe?” queste ed altre sono state le domande a cui tentativamente le quattro lezioni del corso elettivo hanno voluto dare un accenno di risposta.

Tra i relatori ci sono stati Isacco Montroni (Chirurgo Generale dell’ospedale di Ravenna) e Lorenzo Berra (Professore di Anestesia alla Harvard Medical School e Anestesista presso il Massachusetts General Hospital di Boston) che hanno messo in luce tramite la loro esperienza un aspetto cardine del cosiddetto “metodo Enzo”: la necessità di non essere soli. Da un lato entrambi hanno raccontato dell’importanza di aver avuto un maestro (nel caso di Isacco un allievo di Enzo) e dall’altro l’urgenza di avere amici che possano essere un punto di appoggio rispetto alle difficoltà e alle domande che inevitabilmente sorgono nello stare a contatto con la sofferenza e, talvolta anche con la morte.

Hanno, poi, tenuto una lezione Annarita Piccinini (oculista presso l’ospedale Sant’Orsola di Bologna e figlia di Enzo), che ha fatto conoscere agli studenti la realtà della fondazione Piccinini, e Pierluigi Strippoli (professore di Biologia applicata presso l’università di Bologna) che ha raccontato dei suoi progetti di ricerca, uno dei quali nato da un’intuizione di Enzo: diceva, infatti, mettendo al centro il bene del paziente e trascendendo l’approccio chirurgico: “noi, con tutta la nostra capacità chirurgica di intervento, perdiamo ancora troppi pazienti, perché non riusciamo ad intervenire in tempo oppure l’intervento non è risolutivo, e invece la caratterizzazione molecolare delle cellule ci porterà a fare una diagnosi molto precoce”.

“Mettere il cuore in quel che si fa” e la dedizione totale al paziente, fino al fermarsi un “minuto” in più sono stati, invece, il cuore dell’intervento di Angelo Cavicchi e Francesco Turrini, medici di Medicina Generale di Ferrara, il secondo dei quali ha anche intitolato il proprio ambulatorio ad Enzo.

Nell’ultima lezione, infine, sono intervenuti il dott. Marco Maltoni (Coordinatore della rete di Cure Palliative della Romagna) e la dott.ssa Sylvie Menard (che ha lavorato per 45 anni nel Dipartimento di Oncologia sperimentale dell’Istituto Nazionale dei Tumori e che da dieci lotta contro un mieloma multiplo) raccontando, a partire dalla loro esperienza come medici e – nel caso di Sylvie – come paziente, il ruolo fondamentale di una cura precisa e attenta, che non trascuri i bisogni e la dignità dei pazienti affetti da patologie terminali.

Il contenuto delle lezioni non ha lasciato indifferenti gli studenti che hanno partecipato al corso. Alcuni di loro, infatti, hanno deciso di fermarsi anche a cena con i relatori, spinti dal desiderio di approfondire ulteriormente quanto emerso durante le lezioni e ricercando un rapporto personale con essi. Ha scritto, infatti, una ragazza al termine del suo esame “volevo ringraziarvi per tutto quello che ho ricevuto da questo corso. Gli incontri con professionisti d’eccellenza, i valori trasmessi e l’ambiente stimolante hanno risvegliato in me tante cose, tra cui il perché desideri intraprendere la professione medica e in che modo. Ho apprezzato molto anche che gli incontri fossero in presenza [tutti gli altri corsi elettivi di Medicina e Chirurgia dell’università di Ferrara prevedono solo lezioni online] e che ci fosse modo alla fine di ogni incontro di conoscere e scambiare due chiacchiere (anche in modo più informale) con gli esperti”. Sulla stessa onda un’altra studentessa scrive: “Ritengo che questo corso sia stato attentamente pensato in ogni dettaglio, sia nelle tematiche trattate che nei singoli incontri a livello organizzativo. Il fil rouge rappresentato dalla vita e dall’operato di Enzo Piccinini (che non conoscevo e mi hanno profondamente colpita) ha permesso di toccare molti aspetti, di cui è fondamentale avere consapevolezza in quanto futuri professionisti della salute”.

Giovanni Farkas