L’amico ritrovato

Un amico ritrovato che mi si rifà compagno di viaggio. Questo è stato per me realizzare la puntata dedicata a Enzo nell’ambito del mio programma televisivo Tracce d’Infinito in onda su ÈTv – Rete 7. Un’avventura nata un po’ per caso, su idea di un amico.

Ma il caso, lo sappiamo bene, non esiste.

Così è successa a me una cosa straordinaria che ha portato frutto per tutti, in quanto in tanti mi hanno riferito di aver trovato attraverso il video aiuto nella loro esperienza umana e di fede. E ne sono convinta, perché quello che è emerso è andato ben oltre il frutto delle mie mani. È stato piuttosto cucito da una mano sapiente che ha usato sì della mia intelligenza, dei miei rapporti, della mia professionalità (insomma di tutta me stessa messa in gioco), per realizzare però una tela che supera di gran lunga quello che io da sola avrei potuto fare. Ecco quindi la mia prima esperienza: una Provvidenza che mi ha guidato. Attraverso incontri e fatti che io non potevo preventivare, e che mi hanno portato a raccogliere per esempio testimonianze inedite. Alcune persone che hanno accettato di comparire nel mio documentario le ho trovate per eventi casuali, o erano state fino ad oggi refrattarie a rendere pubblica la loro esperienza, ma in questo caso hanno detto sì. Altre il giorno stesso delle riprese, mentre stavano per uscire dalla sala, hanno raccontato episodi straordinari che io non ero riuscita a carpire nei precedenti colloqui, ma che si sono sentire spinte a raccontare all’ultimo permettendoci così di inserirle. E poi il tempismo incredibile dalla mia malattia da Covid, arrivata la sera prima della prima data fissata per le riprese, che mi ha costretto ad annullare tutto, stravolgendo l’organizzazione di una ventina di persone che si erano mobilitate da tutto il nord Italia per venire a Bologna e raccontare della loro amicizia con Enzo davanti alla telecamera. Un inciampo che ha fatto slittare anche la messa in onda del video finita poi, con una sincronizzazione che a me è suonata tanto come firma del “cielo”, proprio la vigilia del dies natalis. Samuele Lucchi, uno dei testimoni del video, ha commentato questa circostanza così: “Questo è il modus operandi di Enzo. Lui butta all’aria quello che è già tutto organizzato perché si può fare meglio quello che è già ottimo”.

Una seconda esperienza straordinaria è stata trovarmi di fronte alla gratitudine immensa che un popolo intero nutre nei confronti di questo uomo. Mi ha commosso e profondamente interrogato vedere come bastasse alzare il telefono e chiedere un aiuto in nome di Piccinini perché tutte le porte si aprissero. C’è chi è venuto da Milano, Carpi, Reggio Emilia, chi ha preso un giorno di ferie per portare la sua testimonianza, chi si è scapicollato in pausa pranzo per venire da un’altra città e tornare poi di corsa al lavoro, la residenza universitaria

Camplus Alma Mater che non ha esitato un attimo nel mettermi a disposizione un giorno intero la sala dove effettuare le riprese, Illumia che mi ha dato la postazione lavoro per effettuare i tagli, il Sant’Orsola che appena ha saputo della puntata ha messo la notizia sulla rete intranet perché all’Ufficio stampa sapevano che in tanti sarebbero stati interessati. Potrei continuare a lungo raccontando delle telefonate fatte per trovare i testimoni, dove ognuno aveva un aneddoto da raccontare, un grazie da dire. La frase più bella l’ha detta una cara amica, mia coetanea: “È come se Enzo avesse posto la sua firma in ciascuno di noi”. E tutto questo non solo da parte di chi ha conosciuto direttamente Enzo, ma anche di persone che non lo hanno mai visto se non in video. Mi ha sbalordito la testimonianza di un uomo di Cesena, padre di un bimbo dalla salute estremamente compromessa, che senza avere mai visto Enzo neppure in foto, lo ha sognato una notte. Nel sogno ha parlato con una persona che lui non conosceva, ma che sapeva tutto di lui, e che dopo avergli chiesto informazioni sul figlio lo ha rassicurato dicendo che tutto sarebbe andato bene. Alla fine del dialogo, sempre nel sogno, gli è stato detto che aveva parlato con Enzo Piccinini. Al risveglio, dopo averne parlato con la moglie, ha cercato foto e video del servo di Dio su internet e quest’uomo ha riconosciuto nella figura apparsagli in sogno il viso e persino il piglio di Enzo. Questo è solo un episodio, ma ho parlato con persone che mi hanno confidato di avere incontrato scritti e video di Enzo mentre attraversavano un momento buio e si sono sentite aiutate dal suo senso di gratitudine nei confronti del Mistero, o persone in ricerca di fede che sono state accompagnate nella conversione.

Infine ci sono io. Ho avuto la fortuna di incontrare Enzo da giovane universitaria, di sentire il cuore infiammarsi quando parlava a noi ragazzi del CLU (Comunione e Liberazione Universitari, ndr). Ho avuto anche il piacere di abitare in appartamento con Chiara, la sua figlia più grande. Quindi Enzo era già per me un amico, che mi ha accompagnato ad amare quella che è poi diventata la mia casa, il movimento di Comunione e Liberazione. Ma nel tempo questo legame si era sbiadito. L’esperienza che ho fatto è che Enzo è venuto a cercare anche me. Mi si è voluto rifare compagno con l’integralità del suo sì a Gesù, la totalità della sua donazione all’esperienza nata da don Giussani, l’”ingenua baldanza” che lo ha portato a dare vita alla Carovana a Modena con soli sette bimbi iscritti al primo anno in un tempo in cui le scuole libere erano esperienze pioniere. Più semplicemente mi è venuto a cercare per farmi sentire preferita, secondo il metodo posto da Dio stesso alla base della nostra conversione.

Concludo raccontando dell’esperienza di amicizia che ho vissuto nelle settimane di preparazione del video e che mi ha allietato il cuore. Ho già detto che quanto è emerso è frutto della Provvidenza. Ebbene, lo è anche della comunione. Appena ricevuto l’incarico dalla Fondazione ho chiesto subito aiuto ad alcuni amici: Lisa Bellocchi, Gianni Varani e Patrizio Calderoni. La struttura della puntata è nata da una serata passata a dialogare e mangiare salame e pistacchi. Il taglio finale, fatto su un girato di 2 ore e più, è saltato fuori dopo una giornata passata sul video con Paolo Giunchi e, ancora, Lisa Bellocchi, dopo che Carla Morelli a Milano, aveva fatto appositamente per noi un pellegrinaggio sulla tomba di Giussani. Con tutte le persone che ho chiamato a portare la loro testimonianza posso dire, senza nessuna esagerazione, che è nata un’amicizia che mi ha profondamente arricchito. Un’amicizia nata sul poco tempo passato insieme, fondato sulla condivisione di una parte profondissima di noi che ci ha fatto subito sentire “fratelli”; una parte così profonda di noi da avere costruito come il telaio del nostro essere. Perché per tutti Enzo è stato compagno nell’incontro decisivo delle nostre vite: quello con Gesù.

Ed essercelo ricordato a vicenda è stato come averlo rivissuto.

Michela Conficconi