Il progetto del Centro di Oncologia Geriatrica

Percorso ed obiettivi del progetto che la Fondazione Piccinini sostiene soprattutto grazie alla raccolta del 5×1000

Oltre il 50% delle nuove diagnosi di tumore avvengono in pazienti anziani ed il dato – grazie all’allungamento medio della vita – è destinato ad aumentare ulteriormente. La presa in carico multidisciplinare del paziente anziano oncologico ed ematologico si delinea come ormai imprescindibile nella gestione e nella cura di questa popolazione, che normalmente presenta anche altre patologie oltre a quella oncologica e che comunque ha sovente capacità ridotte di reagire positivamente a cure particolarmente stressanti.

Interventi multidisciplinari devono consentire agli Specialisti di ottenere dati chiari e misurabili di fragilità, che li sostengano nel confronto e nella formulazione di ipotesi terapeutiche adeguate.

L’utilizzo di sistemi informatizzati che permettano di ottenere e analizzare i dati di fragilità real-time dei pazienti e la loro relazione con le cure oncologiche (sia mediche che chirurgiche) può permettere la creazione di estese banche dati (big data) che possono rivoluzionare il trattamento personalizzato dei tumori nei pazienti anziani.

Recenti studi condotti in centri oncologici di eccellenza internazionali (Memorial Sloan Kettering Cancer Center) hanno dimostrato che l’integrazione di screening di fragilità elettronici e Geriatric Comanagement durante il percorso di cura chirurgico riduce la mortalità a 90 giorni del 50%.

I dati di fragilità raccolti con interfacce digitali (patient friendly) possono anche essere correlati con dati di qualità della vita (patient reported outcomes PRO) e della ripresa funzionale dopo i trattamenti. PRO e recupero funzionale sono obiettivi di primaria importanza nella cura dei pazienti fragili, in cui la qualità di vita può essere anche più rilevante dell’aspettativa di vita.

La ripercussione, anche culturale, di questo progetto permetterà di realizzare un modello innovativo di ricerca, sviluppo e formazione sulla salute pubblica che non ha precedenti nel nostro paese.

Il modo

Fase di valutazione del rischio: il paziente oncologico con età uguale o superiore a 70 anni riceve uno screening di fragilità; se risulta significativo per fragilità viene inviato a valutazione geriatrica multidimensionale e successivamente prosegue nel percorso di discussione multidisciplinare, a seguito della quale possono essere intrapresi uno o più interventi di ottimizzazione (consulenza nutrizionale, psicologica, fisiatrica, farmacologica ecc). Il geriatria partecipa alla discussione multidisciplinare come ‘frailty expert’ in grado di interagire con chirurghi, oncologi ed anestesisti per valutare l’impatto del trattamento proposto sul paziente. Tutti i dati vengono registrati in una apposita banca dati che nel tempo sarà in grado di generare un algoritmo capace di calcolare il rischio relativo in base allo stato di fragilità e al trattamento proposto.

Fase pretrattamento: il team di specialisti coinvolti (geriatra, anestesisti, chirurghi, oncologi, ematologi, ecc…) implementa le misure necessarie a ridurre i rischi di complicanze durante il trattamento (es. delirium postoperatorio, tossicità farmacologiche, ecc…). Il team supporta la fase di comunicazione della diagnosi e dei trattamenti a pazienti e familiari, favorendo l’azione di tramite tra personale medico e il paziente (patient and care-giver engagement).

Fase post-trattamento:

  • Intraospedaliera: geriatric comanagement del paziente nella fase acuta dei trattamenti, prevedendo le necessità di supporto al momento della dimissione a casa.
  • Extraospedaliera: visite di controllo (inclusa valutazione geriatrica multidimensionale) a 30-90 gg dalla fine dei trattamenti per valutare la ripresa funzionale e PRO. Implementazione di un sistema di telemedicina per eseguire eventuali ulteriori controlli periodici al domicilio, per valutare eventuali complicanze a lungo termine o per monitoraggio della ripresa funzionale.

Fondazione Enzo Piccinini