Luciano e la parabola dei talenti

Luciano Grassigli

Un infarto s’è portato via, durante l’estate, a soli 71 anni, Luciano Grassigli, un grande amico che fu tra i fondatori della Fondazione Piccinini: un ottimo manager, un fervente, operoso uomo di fede, Commendatore del Santo Sepolcro.
Di lui monsignor Renato De Vido – apprezzatissimo sacerdote cadorino – diceva che sapeva essere insieme Marta e Maria, unire cioè lo spirito d’intrapresa ad un’intensa contemplazione della luce di Cristo.

Figlio di mezzadri di Bomporto di Modena, Luciano fu un vero “enfant prodige”: “pagella d’oro” di Modena, al diploma in ragioneria fu il settimo migliore di tutt’Italia; da privatista ottenne il diploma di maturità classica, si laureò velocemente in Economia e Commercio, iscrivendosi all’albo dei commercialisti, poi fece il servizio militare come ufficiale d’Aeronautica. Questa circostanza fece nascere l’amicizia con il cardinal Siri, che rimase tale tutta la vita. Subito dopo, una seconda laurea, in Giurisprudenza; intraprese la carriera universitaria, ma fu “adocchiato” dal mondo imprenditoriale. Entrò nel gruppo ceramico Iris, del quale a soli 28 anni divenne direttore generale.

La brillantissima carriera professionale (che sviluppò nel pieno rispetto della dignità dei lavoratori) affiancò sempre l’impegno a favore della Chiesa. Amava sottolineare la Parabola dei talenti: “Dio ci dà dei doni spiegava e noi dobbiamo impegnarci con passione per ri-donare ciò che riceviamo”.

Memore delle proprie frequentazioni infantili in Duomo con il nonno, Grassigli ha legato alla Cattedrale modenese la croce del Vescovo metropolita donata a mons. Amici ed oggi sul petto di mons. Castellucci; s’impegnò per la valorizzazione della tomba di san Geminiano e curò il restauro del cinquecentesco Presepe di Antonio Begarelli.

Tra i tanti suoi atti generosi anche un contributo concreto alla realizzazione della scuola “La Carovana”. L’amicizia che si generò gli fece accettare di essere tra i Fondatori della Fondazione Enzo Piccinini, che ne piange l’affetto, la disponibilità e la competenza.

Per la sua visione di un bene senza confini entrò a far parte del Consiglio della Cattedrale cattolica di Westminster e garantì un aiuto costante alle missioni, in particolare a padre Maschio in India.

Modena gli deve anche molto altro. La sua passione per la bellezza della liturgia lo vide tra gli strenui promotori e sostenitori della nascita della Cappella Musicale, del Servizio organistico, della Scuola Polifonica di coro gregoriano e, da ultimo, del Coro delle Voci Bianche. Il maestro di Cappella e direttore artistico Daniele Bononcini lo ricorda con deferente commozione: “Grazie al suo impegno, centinaia, migliaia di persone, partecipando nei decenni a liturgie arricchite dalla musica, possono beneficiare di ciò che Luciano ha favorito. Se l’uomo si misura da ciò che lascia dopo la morte, nessun dubbio che Grassigli sia stato un grande nella luce di Cristo”.

Fondazione Enzo Piccinini