La mostra su Enzo al 45° Meeting di Rimini

Un grandissimo interesse, un’affluenza straordinaria

“Un’immensa emozione”. “Una gratitudine sconfinata”. “Un incontro in carne e ossa”. Sono soltanto alcune delle centinaia di messaggi che, al Meeting di Rimini, i visitatori hanno lasciato dopo aver seguito la mostra su Enzo Piccinini “Ti ho preso come mio”, promossa dal Comitato per le celebrazioni del 25°anniversario della salita al cielo del Servo di Dio e dalla Fondazione Enzo Piccinini ETS.

Già. 25 anni dopo! Ma l’intensità della presenza di Enzo non si attenua. “Ho paragonato la mia vita alla sua. Mi sono scoperta, con sorpresa, in azione con la stessa gratitudine per il bene da cui sono circondata. Sto peraltro leggendo ‘Amico carissimo’. Trovo in Enzo un’anima illuminata e sanguigna. Un santo!

I numeri dicono che i visitatori sono stati più di 20.000. Questo dilatato interesse conferma che Enzo è una persona viva, che genera un “desiderio di stare nelle cose della mia vita ad un’altezza ed una profondità più grandi”; “di ricominciare a guardare il mio cuore, con gli occhi di Enzo”.

Un ruolo importante nel catalizzare l’interesse di tanti (soprattutto giovani) verso Enzo è stato svolto dalle pubblicazioni su di lui: “Rinnovo l’affetto per lui dopo aver letto i tre libri che lo riguardano. Grande maestro di fede, vissuta senza risparmiare una goccia di energia nel quotidiano. È proprio vero: rispetto al suo impeto non si può rimanere indifferenti: o lo detesti o ti appassioni a lui”. “Vi ringrazio perché in giorni pieni di intense domande e alcune fatiche, poter sentire e vedere la Bellezza, la Grandezza e l’Amore per cui siamo fatti mi ha un po’ svegliato il cuore. Ora corro a leggere il libro, vi ringrazio ancora”.

Per chi aveva già conosciuto Enzo, la mostra è stata una nuova sorsata di gioia: “Nel 1998 ero agli esercizi del Clu ed è comparso lui a sorpresa a parlare. Ne avevo sentito parlare tanto dalla gente di Rimini al Meeting. Ma quando ha iniziato a parlare sono rimasto completamente preso da lui in una maniera che non immaginavo. Ricordava tanto nell’impeto e modo di parlare il Gius. Si capiva bene che parlava di cose che viveva. Lì ho per la prima volta capito cos’era la proposta di CL e di Giussani. Avrei voluto conoscerlo di persona più avanti, ma non è stato purtroppo possibile; è uno dei rimpianti più grossi della mia vita. Ma per me quella esperienza è stata talmente intensa che mi sembra di conoscerlo benissimo. Per me quella volta è stato il punto di svolta della mia vita. Anche ora dopo anni, ora padre di 4 figli, torno spesso a risentire quell’intervento quando sono in difficoltà e ho bisogno di ripartire. Se lui era un figlio per Don Giussani sicuramente io posso dirmi uno dei suoi tanti figli in giro. Enzo Piccinini è un padre per così tanti, che la causa di canonizzazione non solo mi dà grande gioia ma credo fosse anche la conseguenza più logica per quello che è stato con la sua vita”.

Le testimonianze sottolineano che Enzo è vivo ed opera: “A novembre Enzo ha guidato le mani e le menti dei chirurghi chi mi hanno operato d’urgenza. Ha iniziato la sua presenza già da prima, quando dal libro di Bardazzi ho riscoperto la sua figura e ho iniziato chiedergli tutto e ad affidargli me e la mia famiglia se fosse successo qualcosa. E così ha fatto, guidando prima il mio cuore ad affrontare l’imprevista operazione con una inspiegabile pace e offerta di me al Signore. Quella notte è stato, come molte altre volte, strumento di un Miracolo; ma quello più grande non è stata neanche la mia salvezza fisica, ma la mia riscoperta della bellezza della vita vissuta nell’offerta a Cristo, che rende possibile essere inquieti (come sono anche io), e anche arrabbiato con Dio e il Movimento (come ero in quel periodo), ma essere terreno fertile per Dio, che opera laddove trova spazio. Lo spazio che la domanda e il grido creano nella vita delle persone. Grazie”.

Il quotidiano afflusso di visitatori alla mostra ha avuto punti di massima attenzione ogni sera, alle 19.30, quando amici carissimi di Enzo si incontravano per raccontare di lui a chi non lo aveva conosciuto. Questi “racconti da tutto il mondo”, curati e condotti dal chirurgo Simone Zanotti, hanno visto sul palco persone con esperienze professionali diversissime, unite dalla stessa passione indomabile per l’uomo, che era la caratteristica principale di Enzo.

Lisa Bellocchi