Concerto Jazz del duo Carugno – Viganò

Il grande cuore di Enzo, l’impegno indefesso che metteva in ogni cosa – la professione medica, l’educazione dei giovani, la famiglia e i mille rapporti nell’ambito di Comunione e Liberazione e fuori – non si attenuano nemmeno dopo tanti anni dalla sua salita al cielo.

Uno dei suoi amici degli Anni ’80, Maurizio Carugno – che conobbe Enzo negli Stati Uniti, uno chirurgo, l’altro musicista – ha voluto rendere omaggio a questa amicizia che non muore con una serie di brani jazz. Li ha composti, li ha suonati, assieme al collega ed amico Alberto Viganò, e li ha travasati in un’opera multimediale (Il cuore in ogni cosa, edito lo scorso anno da Cantagalli, con il patrocinio della Fondazione Piccinini).

Il cuore non si ferma mai! Il concerto jazz del Duo Carugno Viganò, già apprezzatissimo a Bologna, viene ora riproposto a Milano, domenica 10 marzo alle ore 17.30 nella prestigiosa sala Verdi del Conservatorio.

L’iniziativa è promossa da AVSI (in collaborazione con la Fondazione Piccinini) nell’ambito della campagna di Fondazione AVSI “Desideriamo la pace”. Questo progetto di raccolta fondi (che molti conoscono con il tradizionale nome di “campagna Tende”) aiuta a sostenere le attività sociali, educative e sanitarie che la ONG svolge in 40 Paesi tra i più svantaggiati del mondo. Esse rispondono ai diversi bisogni in Equador, India, Kenya, Tunisia, Ucraina, Uganda (ed anche Italia) e coinvolgono potenzialmente 130.000 persone. Per capirci, grazie a questo impegno si potrebbe cambiare la vita a tutti gli abitanti del Comune di Monza o a tutti quelli di Bergamo.

Sul palco dello splendido concerto jazz “Il cuore in ogni cosa” ci saranno dei personaggi eccezionali.

Maurizio Carugno è saxofonista tenore, ben noto sulla scena musicale internazionale da ormai 30 anni. Ha studiato e suonato per anni negli Stati Uniti, collaborando con alcuni tra i più grandi jazzisti come Cameron Brown, Billy Hart, Jerry Bergonzi, Joe Calderazzo, Joe Diorio, Dave Kikosky, Renato Sellani e Tullio De Piscopo. Per lui la musica è esperienza della bellezza, fondamentale perché muove la libertà di ognuno a conoscere, approfondire, giudicare.

Alberto Viganò è un bassista tra i più virtuosi e quotati d’Europa, sperimentatore sul basso a sette/otto corde sul quale suona basso e chitarra contemporaneamente. E’ l’erede musicale di bassisti del calibro di Alain Caron e Dominique Di Piazza. Con il chitarrista Marco Porcu è stato fondatore del gruppo Altus Karma e ha collaborato per anni con il famoso gruppo Gipsy King. Per lui il laboratorio di liuteria Jacoland ha realizzato uno strumento speciale, un “8 corde semiacustico fretless”, l’Heaven Bass Alberto Viganò Signature.

Insieme a loro, tre guest stars di primissimo piano: mons. Giovanni Mosciatti, Raimondo Meli Lupi e Tony Arco.

Giovanni Mosciatti, Vescovo della diocesi di Imola e delegato per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna, è un appassionato e apprezzato trombettista, strumento che suona fin dalla sua giovane età. È stato un instancabile educatore di giovani anche attraverso la musica, formando gruppi musicali in ogni parrocchia dove veniva mandato come prete.

Raimondo Meli Lupi, chitarrista, ha studiato all’Accademia Chigiana di Siena con il maestro Ennio Morricone e ha conseguito un certificato di studi in Composizione, Colonne Sonore e Arrangiamento al Berklee College of Music di Boston. Suo maestro di chitarra e mentore è stato il mitico Joe Diorio, di cui è diventato anche produttore artistico e discografico.

Tony Arco, più americano (per formazione) che milanese (per nascita), è considerato tra i più significativi batteristi contemporanei: è stato il batterista del mitico “Wally’s Jazz Club” di Boston e ha collaborato con jazzisti del calibro di Dave Liebman, Roy Halgrove, Bobby Watson, Tony Scott, Enrico Intra, Franco Cerri ed Enrico Rava. A Milano è docente della Scuola Civica di Jazz e ha pubblicato per la Ricordi due metodi per Batteria Jazz.

L’ingresso al concerto è libero