Messaggi ed omelie
Messaggio di don Giussani a tutte le comunità di Comunione e Liberazione in Italia e nel mondo
Milano, 26 maggio 1999
È con grande dolore che io chiedo a ogni comunità di Cl in Italia e nel mondo di riunirsi per dire una Santa Messa in cui pregare Iddio perché abbiamo a ereditare la stessa sua fede.
È certamente il dolore più grave con cui Dio mette alla prova tutta la Fraternità nostra in questo momento, perché Enzo fu un uomo che, dall’intuizione avuta in dialogo con me 30 anni fa, disse il suo “sì” a Cristo con una stupefacente dedizione, intelligente e integrale come prospettiva, e rese la sua vita tutta tesa a Cristo e alla sua Chiesa. La cosa più impressionante per me è che la sua adesione a Cristo fu così totalizzante che non c’era più giorno che non cercasse in ogni modo la gloria umana di Cristo.
Che cosa chiede a noi il mistero di Dio in una simile prova di grande sofferenza? Ci chiede di ricordarci sempre di Cristo come il senso della vita, a tutti i livelli e in tutti i campi: “Cristo è tutto in tutti”.
Esequie di Enzo Piccinini
Sabato 29 maggio 1999 – Basilica di San Petronio, Bologna
Omelia di S.E. Card. Giacomo Biffi
Cardinale di Bologna
Una parola di Gesù ci ha fatto intravedere la logica del nostro Dio – che è il Padre del Crocifisso del Golgota – e così ci aiuta a guardare in avanti con cuore fiducioso e con occhio rasserenato: “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo, se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,24).
Dio conosce le strade che portano la vita dei suoi a una più ampia e decisiva fecondità, e trasformano le nostre pene in energia redentrice a vantaggio di tutti i fratelli. Con questa persuasione l’apostolo Paolo può scrivere arditamente: “Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,24).
Messaggio di don Giussani in occasione del I Anniversario del Dies Natalis di Enzo Piccinini
Bologna, 26 maggio 2000
Quando la mia povera mamma, guardando in cielo l’ultima stella del mattino, diceva a me bambino: «Come è bello il mondo e come è grande Dio», era sulla soglia del compimento finale, sulla porta della fine, quella in cui tutto diventa chiaro come alba piena.
Proprio un anno fa Enzo ha superato quella soglia definitivamente, misteriosamente. Improvvisamente, ma non da sprovveduto. Ogni istante della sua vita, infatti, di lui così puro e consegnato a Gesù – dopo l’incontro che gli aveva trasformato la fattura perfino di certi tratti del temperamento, altri esaltandone -, si era disteso in un anticipo del compimento finale, come un camminare nella nebbia attraverso fatiche e debolezze, fino a quel punto in cui la nebbia si indora perché esce il sole.
Chiediamo a Enzo di aiutarci a camminare di luce in luce, come arriva a dire anche il grande Eliot, tutto accettando per la gloria di Gesù, affinché siamo a essere come lui compagni al destino l’uno per l’altro.
IX Anniversario Dies Natalis Enzo Piccinini
26 maggio 2008 – Duomo di Modena
Omelia di don Massimo Camisasca
X Anniversario Dies Natalis Enzo Piccinini
Lunedì 25 maggio 2009 – Duomo di Modena
Omelia di don Julián Carrón
presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione
Se c’è un sentimento che ci accomuna tutti questa sera è la gratitudine per avere in qualche modo conosciuto, intercettato, Enzo nella nostra vita. È una gratitudine sconfinata a Cristo che ce l’ha dato, che lo ha generato per mettere davanti a tutti noi che cosa può essere la vita quando uno, come lui, realizza quello che leggiamo sulla sua tomba: «Nella semplicità del mio cuore lietamente ti ho offerto tutto».
Noi adesso conosciamo meglio il significato di questa frase, non soltanto perché qualcuno ce la spiega, ma perché sappiamo veramente qual è il frutto, l’intensità, l’umanità che può generare una semplicità come quella che abbiamo visto in Enzo, che lietamente offre tutto.
Questa semplicità genera una personalità così travolgente, così presente nel reale, così in grado di coincidere con se stessa in quello che fa, così appassionata a tutto che tutti noi, dieci anni dopo la morte di Enzo, siamo ancora colpiti – anche se l’abbiamo frequentato poco, come me – di quando abbiamo avuto la fortuna di vederlo all’opera, di sperimentare nella vicinanza a lui qualche sfumatura di quella passione travolgente che lo contrassegnava.
XI Anniversario Dies Natalis Enzo Piccinini
26 maggio 2010 – Duomo di Modena
Omelia di don Jonah Lynch
XII Anniversario Dies Natalis Enzo Piccinini
26 maggio 2011 – Duomo di Modena
Omelia di don Ambrogio Pisoni
XIV Anniversario Dies Natalis Enzo Piccinini
26 maggio 2013 – Basilica della Ghiara, Reggio Emilia
Omelia di S.E. Mons. Massimo Camisasca
Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla
XV Anniversario Dies Natalis Enzo Piccinini
26 maggio 2014 – Cappella Arcivescovado di Milano
Omelia di S.E.R. Card. Angelo Scola
Arcivescovo di Milano
XVI Anniversario Dies Natalis Enzo Piccinini
26 maggio 2015 – Basilica di San Luca – Bologna
Omelia di don Fabio Baroncini
XVII Anniversario Dies Natalis Enzo Piccinini
26 maggio 2016 – Complesso scolastico “La Carovana” – Via Enzo Piccinini 20, Modena
Omelia di S.E. Mons. Erio Castellucci
Arcivescovo Abate di Modena e Nonantola
XVIII Anniversario Dies Natalis Enzo Piccinini
26 maggio 2017 – Duomo di Modena
Omelia di S.E. Mons. Erio Castellucci
Arcivescovo Abate di Modena e Nonantola
XX Anniversario Dies Natalis Enzo Piccinini
Domenica 26 maggio 2019 – Duomo di Modena
Omelia di S.E. Mons. Massimo Camisasca
Vescovo di Reggio Emilia – Guastalla
Don Giussani, immediatamente dopo la scomparsa del nostro amico, ha parlato di lui come di un uomo che ha detto “il suo sì a Cristo con una stupefacente dedizione, intelligente e integrale […] e ha reso la sua vita tutta tesa a Cristo e alla sua Chiesa […]. Non c’era più giorno che non cercasse in ogni modo la gloria umana di Cristo”.
Enzo fu un conquistato e diventò un conquistatore. Chi è assimilato, in un modo o in un altro, alla vicenda di Cristo, diventa sempre, pur in forme diverse, un creatore di popolo.
Enzo creò un popolo dentro il popolo della Chiesa, allargandone così gli spazi attraverso il dono di nuovi figli, persone chiamate a loro volta non alla semplice ripetizione di una tradizione ricevuta, ma alla riscoperta continua e sempre più profonda del dono che è stato fatto loro.
XXI Anniversario Dies Natalis Enzo Piccinini
Martedì 26 maggio 2020 – Cattedrale di Carpi (MO)
Omelia di S.E. Mons. Giovanni Mosciatti
Vescovo di Imola
Carissimi,
Oggi ricordiamo il XXI anniversario del dies natalis di Enzo Piccinini, e il primo anno dall’inizio del suo processo di beatificazione e canonizzazione.
Ci siamo radunati questa sera perché la giornata di oggi ci lega, ci rafforza la memoria, ci mette insieme, per la gratitudine di avere in qualche modo conosciuto, intercettato, Enzo nella nostra vita.
Io ho avuto la grande grazia di averlo conosciuto sin dall’estate del 1973 quando alcuni miei amici parteciparono ad una vacanza con la comunità di Modena e ritornando mi parlavano spessissimo di lui, poi nei numerosi incontri dei responsabili degli Universitari dal 1977 al 1982 e poi in tantissime occasioni, soprattutto quando Enzo divenne un aiuto grande per gli Universitari a Perugia e nelle comunità delle Marche. Veramente il Signore ci ha fatto sperimentare cosa può essere la vita, quale fascino può avere quando uno come lui realizza quello che leggiamo sulla sua tomba: “Nella semplicità del mio cuore lietamente ti ho offerto tutto”.
XXII Anniversario Dies Natalis Enzo Piccinini
30 maggio 2021 – Città dei ragazzi, Modena
Omelia di S.E. Mons. Erio Castellucci
Arcivescovo Abate di Modena e Nonantola
XXIII Anniversario Dies Natalis Enzo Piccinini
Domenica 29 maggio 2022 – Abbazia di Nonantola (MO)
Omelia di Mons. Filippo Santoro
Arcivescovo metropolita di Taranto
L’Ascensione è la festa della Gloria completa di Cristo, della umanità di Cristo. “Ascende al cielo”: che il Signore ascende al cielo significa che la sua e la nostra umanità è glorificata pienamente. Accade la pienezza che il cuore desidera, si compie tutta l’attesa del cuore.
Come ci ha detto don Giussani, “ascese al cielo” non significa che è andato sulle nuvole: “ascese al cielo” significa che è andato nella profondità della terra, nel cuore della terra, nel cuore della realtà. Al cuore di ogni cosa, al cuore di ogni affetto, al cuore di ogni rapporto, al cuore di ogni circostanza c’è Lui, al cuore del cammino quotidiano. Nel cuore della realtà c’è l’umanità di Cristo Risorto. E così, seguendo Gesù, anche la nostra umanità partecipa della Sua Gloria.
Anche a noi è accaduto di incontrare l’umanità di Gesù attraverso l’umanità delle persone che ce lo hanno fatto conoscere, che ce lo hanno fatto incontrare. A molti di noi è accaduto incontrando don Giussani. A molti di noi è accaduto incontrando Enzo. Un’umanità che lascia trasparire quella Gloria: la Gloria di Chi siede alla destra del Padre, la Gloria che ci attrae, la Gloria che ci conduce nel cammino della vita.
Non è che sono finite le contraddizioni – pensate alla guerra che esiste in Ucraina, pensate alla pandemia, a tanto dolore, a tanta sofferenza –. Non è che sono finite le lotte, le contraddizioni, le difficoltà della vita: ma in tutto questo non siamo soli. In tutto questo siamo uniti a Colui che è alla destra del Padre, alla Gloria che Lui ci ha donato, e che ci ha donato nella nostra storia, nella nostra vita, nella vicenda di una amicizia portata avanti nel tempo.
XXIII Anniversario Dies Natalis Enzo Piccinini
Domenica 29 maggio 2022 – Abbazia di Nonantola (MO)
Saluto e ringraziamento di S.E. don Erio Castellucci
Arcivescovo-abate di Modena e Nonantola e Vescovo di Carpi
Desidero dire una parola di ringraziamento. Ringraziamento a questo popolo che ha invaso pacificamente la Chiesa Abbaziale di Nonantola e che si è riunito, quasi respirando i tredici secoli di storia, in questa Abbazia nata a metà dell’ottavo secolo e che, come ogni monastero benedettino, è stata centro propulsore di lavoro, attraverso la bonifica, i sistemi di irrigazione e la promozione dell’agricoltura; di cultura, attraverso la trascrizione dei codici; di pace, attraverso la riconciliazione che qui avveniva fra famiglie nemiche; e naturalmente di Vangelo.
Credo che noi siamo anche figli di questa bella Chiesa, tante volte sconosciuta, spesso trascurata, ma che è la Chiesa di Gesù, che dà energia alla società, al mondo.
XXIV Anniversario Dies Natalis Enzo Piccinini
Venerdì 26 maggio 2023 – Cattedrale di San Pietro (BO)
Omelia di Matteo Maria Zuppi
Cardinale e Arcivescovo metropolita di Bologna
Ci prepariamo alla Pentecoste, che è proprio la chiarezza di quel “profondo del tempo” che entra nel nostro tempo e che continua ad illuminarci, a riscaldarci, ad appassionarci, a farci rientrare in noi stessi, a credere a qualcosa di più grande di noi che, però, passa sempre per la nostra vita e per la nostra umanità; e a scoprire che, docili allo Spirito, parliamo lingue nuove. È lo Spirito che trasforma la faccia della terra e che cambia i cuori.
È lo Spirito la vera forza che rivela quel “profondo del tempo” che entra nel nostro tempo, che ne è il senso e il futuro, e la cui rivelazione continua a mostrarsi e a manifestarsi nella presenza del Signore, che accompagna, guida e protegge la nostra vita, e che possiamo capire in pienezza soltanto nello Spirito. Perché? Perché lo Spirito ci apre gli occhi! Lo Spirito è l’amore, è la presenza del Signore, è l’amore stesso del Signore che si fa concreto, che entra nei nostri cuori, che dà forza alla nostra vita. E non c’è niente da fare: quando amiamo, ci accorgiamo del mondo intorno; quando non amiamo, andiamo sul ripetitivo, ma una ripetitività vuota, non riempita da una presenza. È vero che l’amore è anche ripetizione, ferialità e quotidianità: ma si tratta di una ferialità riempita di tanta presenza. Quando amiamo, allora vediamo con gli occhi del cuore, perché, appunto, nell’amore ci accorgiamo di tutto ciò che ci circonda e tutto, nell’amore, acquista un significato e cambia; vediamo gli altri in maniera diversa, si accende qualcosa.
Un po’ come accadde ai discepoli di Emmaus: ci arde qualcosa nel petto e cambia tutto! Diventiamo pieni di amore, con la forza travolgente dell’amore, con quell’assoluto che è l’amore, con quel desiderio che trova il suo compimento solo nell’amore. Qualche volta abbiamo talmente tanta paura dell’amore, che, prima di amare, vogliamo prima capire tutto: selezionare, spiegare, equilibrare, moderare, a tal punto che, alla fine, non rimane più nulla, oppure rimane qualcosa di talmente tiepido, che finiamo per non capire più cosa stiamo facendo, o innamorati di noi stessi, o di tante cose che ci rendono schiavitù. Spesso abbiamo tanta paura dell’amore vero!
Possiamo dire che Enzo non aveva paura dell’amore, anzi, tendenzialmente, aveva paura della mediocrità nell’amore, aveva paura di perdere l’Assoluto, aveva paura di non riuscirne a comunicare la passione travolgente! Io non ho mai conosciuto Enzo, ma credo che, un po’ come la sua guida in auto, correva sempre da una parte all’altra. Così come le sue giornate: credo – e qui dovremmo domandare a molti di voi – sempre pieni di qualcosa! Perché è la passione del cuore e dell’amore quella che, appunto, riempie e cambia tutta la vita e la fa unire all’amore del Signore. Quando uno è pieno di amore, lo comunica, lo condivide e ne fa partecipi gli altri con tanta forza, come quella, appunto, che ha toccato il cuore di tanti di noi, di cui custodiamo il ricordo e di cui ringraziamo il Signore.
XXV Anniversario Dies Natalis Enzo Piccinini
Domenica 2 giugno 2024 – Duomo di Modena (MO)
Omelia di S.E. Mons. Erio Castellucci
Arcivescovo Abate di Modena- Nonantola e Vescovo di Carpi
Enzo era una persona sanguigna. Certamente era una persona che ha preso sul serio l’offerta del proprio sangue da parte di Gesù e ha risposto con il suo fortissimo carattere dando il proprio sangue, cioè letteralmente spendendosi, con impeto, con profondità, con trasporto, a volte con impulsività; sempre per la causa di Cristo.
Ciascuno con il proprio carattere, a volte più mite, a volte più forte, più rude, è chiamato a rispondere a Cristo perché il vero peccato è proprio l’indifferenza, il vero peccato è quel silenzio, quella anemia spirituale che, davanti all’offerta della vita del Signore, risponde con uno sbadiglio, con un assenso stanco, con una scrollata di spalle.
Tutti siamo chiamati a rispondere col sangue, cioè dando la vita, impegnando la nostra passione, coinvolgendo l’intelligenza, il cuore, gli affetti nella risposta a Cristo. Le modalità cambiano ma l’atteggiamento è comune: a Colui che ha versato il Suo sangue per noi, per amore, si risponde dando ogni giorno la nostra vita, là dove siamo, nel quotidiano, nelle cose di ogni giorno, senza necessariamente atti eroici, richiesti forse ad alcuni ma non a tutti. Dare il sangue nel quotidiano, amare profondamente là dove siamo, con la passione di chi sa che il Signore non è secondo a nessuno nell’offrirsi. Ci aiuti Colui che ha versato il sangue per Giuda, per Pietro, per Giacomo, per Giovanni, per Tommaso, per tutti gli altri, a non essere mai indifferenti davanti al Suo amore, a non sbiadire il nostro cuore, a non cadere nell’anemia spirituale.
Il Signore ci ispiri la più grande grazia verso persone che, come Enzo, sono chiamate a trasfondere il loro sangue, a fare delle vere e proprie trasfusioni di sangue, a donare in quel corpo di Cristo che è la Chiesa, a donare ad altri la passione di credere e aderire a Cristo, quando questa passione diventa troppo tenue. Questi sono doni di Dio: i doni di Dio sono sempre scomodi, ma sono degli autentici regali.