Book 2024 – Amico Carissimo

Who was Enzo Piccinini, a surgeon who tragically died in a car accident in May 1999, a friend of Father Luigi Giussani and tireless educator?

Responding, 25 years after his death, is Pier Paolo Bellini, friend and fellow traveller of the Reggio Emilia doctor, together with Chiara Piccinini, one of Enzo’s daughters, giving voice to the man, his works and words that marked the lives of many. Thanks to the transcripts of his public speeches (made available by the Enzo Piccinini Foundation) and the many unpublished testimonies given by those who had the good fortune to meet him, “Amico carissimo” is an intimate and precious account that allows everyone, believers and non-believers alike, to get closer to Enzo Piccinini’s extraordinary humanity and profound experience of faith. The cause for canonisation currently underway is confirmation of how much he continues to be a human and spiritual reference figure for so many people today.

The authors

PIERPAOLO BELLINI

He is Associate Professor in Sociology of Cultural Processes at the Department of Humanities, Social Sciences and Education of the University of Molise, where he teaches Sociology of Communication. From 1997 to 2010 he was General Editor of the Spirto Gentil series.

Chiara Piccinini

daughter of Enzo, is a researcher at the Department of Linguistic Sciences and Foreign Literature at the Università Cattolica del Sacro Cuore

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Comitato XXV Enzo Piccinini

Events

  • Sunday 26 of May 2024

    Opening event of the 25th anniversary celebrations of Enzo Piccinini’s ascent to heaven

  • Sunday 2 of June 2024

    Holy Mass for the 25th anniversary, celebration and book presentation in Modena

    Sunday 2 of June 2024

  • Sunday 23 of June 2024

    Enzo, intensely human, totally of Christ

Recensioni

Ho incontrato di nuovo Enzo, il mio amico “venerabile” nel tour de force dell’infinito

L’altro fatto che non conoscevo e che mi ha commosso è la corrispondenza tra Enzo e Fiorisa durante il fidanzamento. Si tratta di brevi brani di lettere scritti con grande finezza e sensibilità, pieni di un amore vero, fatto di sentimento e di giudizio, che cerca conforto e correzione.

Enzo […] come risulta dalle lettere a Fiorisa, lo sapeva fin dai vent’anni che era un «capopolo» e un «egocentrico». Aveva la coscienza chiara della difficoltà nel cammino verso l’ideale cristiano. Confessava il bisogno della «verifica con altre persone (quelle del Movimento) senza voler a tutti i costi emergere». Una coscienza così a vent’anni nei dialoghi con la fidanzata è veramente rara. Enzo era un grande.

In Enzo si dimostra che la natura profonda dell’intelligenza è affettiva, sorgente dalla sequela a Giussani e alla compagnia da lui originata. Bardazzi rimarca e documenta che Enzo cercava continuamente la correzione, che, attraverso un paragone gioioso o sofferto, è comprensione delle cose e fonte di un’azione certa e indomabile.

Storia del medico che ha scoperto che la felicità è una cosa seria

La crescita professionale del Piccinini chirurgo accompagna infatti i sempre più numerosi impegni nel Movimento. Il racconto del metodo costruito da Enzo nell’affronto del paziente, fusione italiana di interdisciplinarietà appresa in America, talento cristallino e passione per la ricerca, prende nel libro una sconvolgente attualità a causa del covid: momento insopportabilmente dilatato in cui è più difficile trascurare la domanda altrimenti obliata su cosa siano la vita, la morte, la salute, la medicina, il dolore.

Il cuore del libro e forse nei dialoghi con Giussani, più volte raccontati in pubblico da Piccinini e divorati da tanti su alcuni filmati di YouTube, ma qui legittimati e vivificati.

Il più clamoroso evento della vita pubblica di Piccinini e forse un’operazione complicatissima compiuta su una paziente ritenuta inoperabile. […]

Perché il rischio, nel racconto di Bardazzi, non è un azzardo sbruffone, né una prova di baldanza superomistica. Piuttosto la certezza riposante e battagliera che si può combattere sapendo che l’esito non è in mano d’uomo. Che la felicità per cui vivere non è frutto dell’assenza di sbagli, ma di un cuore semplice e inquieto da tuffare nel mondo.

Doveva avere in mente uomini così Flannery O’Connor, quando, con una pugnace traduzione del Vangelo di Matteo, scrisse: “Il cielo è dei violenti”.

Piccinini, fare il medico per incontrare la felicità

Ben singolare destino quello di Enzo Piccinini, classe 1951, figlio di coltivatori, segnato ad appena 14 anni dalla morte, sotto ai suoi occhi, di un fratello. Ragazzo instancabile e appassionato, che forse per un istante corse il rischio di bruciare nel terrorismo la sua ansia di vita e di giustizia.

Piccinini si laurea, segue un primario, ne fa il suo maestro, ma presto capisce che è un cinico.

Il giovane medico abbandona il maestro; ne cerca altri, anche se dirà poi “chi mi ha insegnato a fare il medico è Giussani”. Non la tecnica certo, ma lo sguardo: il paziente è prima di tutto una persona.
Ma se poi curare non basta, il paziente era per lui uno a cui stare accanto fino all’ultimo. I testimoni raccontano che a chi stava morendo quel medico diceva, da fratello, che “tornare da Dio non è un male”.

Un libro, questo, da regalare agli studenti di medicina, perché si chiedono quali medici vogliono essere, e anche ai primari e ai luminari, perché si domandino quali medici sono diventati.

I preti di Reggio Emilia e il mancato brigatista Beato

La storia del chirurgo Piccinini, nei suoi anni giovanili, apre riflessioni importanti. Enzo Piccinini incontra a Reggio Emilia i futuri cofondatori delle brigate rosse, Alberto Franceschini, Prospero Gallinari, Roberto Ognibene e gli altri, frequentando tra il 1969 e il 1970 il celebre “Appartamento” dove si ritrovavano. Quella generazione è segnata da i drammi della guerra civile e si divide tra percorsi diversi. […] Piccinini proprio dentro l’Appartamento incontra il cristianesimo e sostiene che la risposta al suo bisogno di giustizia sociale era quella: non Marx, ma Gesù Cristo.

Per troppo tempo è passato in secondo piano il contributo dato alla Resistenza da tanti partigiani cattolici e monarchici, spesso aiutati da preti e suore.

Vita di un chirurgo felice

Un uomo proclamato servo di Dio dalla Chiesa, che fece della sua professione, la chirurgia, esercitata nell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, la grande arena in cui sperimentare la sua umanità. Piccinini anticipò di anni quello che oggi viene studiato e praticato da molti giovani medici: la cura medica come accoglienza dell’umano a 360 gradi, perché è semplicemente assurdo credere di poter curare una persona senza accoglierla profondamente presso di noi.

Persona intesa non solo, dunque, come ingranaggio di carne che deve essere riparato, ma come creatura irripetibile, con un patrimonio di storia e amore assolutamente unico. Piccinini anticipò di anni questa particolare forma di empatia unita alla medicina non per obbedienza a una avanguardia teoretica da inseguire, ma come profondissima adesione al sentimento cristiano, che fa del corpo dei malati il luogo dove sperimentare la nostra compassione.

[…]

Il libro di Bardazzi vince la scommessa più difficile, riesce, infatti, a restituire la vitalità di un uomo affamato di alterità, capace di trovare soluzioni laddove gli altri vedevano soltanto muri invalicabili.

[…]

Vivere obbedendo a ciò che ci chiama da dentro, senza alterazioni possibili. Un traguardo che raggiungono in pochi, pochissimi. Tra di loro, senz’altro, c’è Enzo Piccinini, uomo, medico, che viveva la felicità degli altri come la somma della sua felicità.

From 14 of May in the bookshop

Enzo Piccinini’s life through his words and the testimonies of those closest to him

The book “Amico Carissimo” reconstructs the living experience of Enzo Piccinini, the esteemed surgeon who died in 1999 and whose 25th ascent to heaven in 2024. Pier Paolo Bellini, his friend, and Chiara Piccinini, his daughter, reconstruct the existential themes that were closest to Enzo’s heart, drawing them from transcriptions of his testimonies and public speeches. The many original testimonies of those who knew him directly document the experience that arose around his words.

What emerges is Enzo’s ability to contribute to the formation of an original critical thought and thus his vital contribution to the culture of our time, through an educational method aimed at everyone, especially the young, characterised by highlighting what directly linked words to personal experience. What emerges, both from his contributions and from the life stories of his friends, is the profound unity that characterised what Enzo said, his profound Christian faith, and his way of living it integrally.

This text is an opportunity, even for those who did not know him directly, to touch with their own hands the daily adventure that characterised Enzo’s days, all of which were aimed at fully living the encounter with the Other: an embrace possible for anyone who found themselves sharing even a brief stretch of human experience with him.