CantarTi è necessario come l’aria
Ana Lucia Vlieg, poetessa e cantautrice, nostra amica non vedente di Boston, ci aveva raccontato di essere rimasta colpita da ciò che Enzo “aveva permesso a Cristo di fare nella sua vita attraverso la compagnia di don Giussani e del movimento”. Lo abbiamo letto nella breve testimonianza della Newsletter di febbraio 2024, che trovate qui. Questa volta vogliamo farvi ascoltare una sua bellissima canzone e la sua splendida voce, e raccontarvi qualcosa di più di lei.

Ana Lucia Vlieg Paulin è nata a Panama. Ha conseguito la laurea in Creative Writing presso l’Emerson College di Boston e il master in lingua e letteratura inglese al Boston College.
In ambito musicale ha partecipato a diverse registrazioni come interprete e compositrice, esibendosi in vari paesi dell’America Latina. Ha pubblicato due raccolte di poesie: Mi Despertar Poético (1988) e Sueños y Esperas (1996). Il suo album Llamados raccoglie brani da lei composti e interpretati come voce solista.
Attualmente vive nel Massachusetts, dove lavora come Office manager insieme al marito. È membro del movimento cattolico di Comunione e Liberazione e volontaria attiva nella comunità di immigrati.
I temi della fede, dell’amore per la propria terra, dell’impegno per la dignità umana e la solidarietà, insieme alla capacità di stupirsi davanti alla semplicità del quotidiano, sono al centro della sua opera poetica e musicale.
Ci ha raccontato di sé e della canzone che ha cantato nella serata dedicata ad Enzo con queste parole:
Il mio nome è Ana Lucia Vlieg Paulin, e sono nata a Panama 46 anni fa. Da molto piccola, la musica e la fede sono state presenti nella mia vita. Crescendo, ho iniziato ad innamorarmi sempre di più della persona e del messaggio di Gesù Cristo, vissuto nell’alveo della Chiesa Cattolica.
È da questo amore, e dalla coscienza della musica come uno strumento di comunicazione e di bellezza, che mi è venuto il desiderio di raccontare la mia storia di fede attraverso le canzoni che scrivo.
Dopo aver provato a cantare la mia esperienza di fede, ho immaginato anche gli incontri che il Maestro ha avuto con i tanti personaggi del Vangelo e ho provato a raccontarli nelle mie composizioni.
La canzone “Come l’aria”, in particolare, è nata dopo che, con alcuni amici, pensavamo al dono di respirare. Mi è venuto il pensiero che, così come l’aria è vitale per la nostra vita fisica, la certezza della presenza di Cristo tra noi e la coscienza che siamo chiamati a un’amicizia con Lui, sono vitali per il nostro spirito.
Pensavo anche al fatto che, avendo ricevuto il dono di vivere questo amore e questa Amicizia con Lui, avevo veramente il bisogno di comunicare questa buona notizia agli altri. Ricordavo le parole del profeta Geremia che descrive la sua necessità di parlare di Dio come un fuoco ardente dentro le sue ossa, e quelle di San Paolo nella prima lettera ai Corinzi dove diceva: “guai a me se non annuncio il Vangelo.” Per me è vitale, come l’aria, cantare la Sua presenza, testimoniare la gioia di sapermi amata da Lui, e raccontare la bellezza della sfida quotidiana di seguire il cammino che il Suo esempio mi ha insegnato.
Fondazione Enzo Piccinini

